Conosciuto dai cronisti col nome di «Marchetto padovano », non si sa l'anno di sua nascita ne quando mori, ma si sa che fu contemporaneo di Dante e che visse tra il 1250 ed il 1350. Lo storico padovano Bernardino Scardeone lo chiama «uno dei più rinomati fondatori dell'armonia e del ritmo moderno ». Intendiamoci, moderno per lo Scardeone che nacque nel 1478 e mori nel 1556, non per noi. II nostro Marchetto forse capostipite dell'odierna famiglia Marchetti, come vedremo in altro articolo, scrisse un «Lucidario dell'arte musicale piana», dedicato al cavalier Rainieri principe di Monaco e signore di Orvieto, e firmando la dedica col nome «Marchetus de Padua»; il che dimostra chiaramente che l'illustre uomo era padovano. II Marchetto dopo aver dimorato qualche tempo a Cesena, passo nel 1274 a Verona, e poi di nuovo a Cesena, dove scrisse un «Commentario della musica misurata», che dedico a Roberto re di Sicilia, e quest'opera manoscritta trovasi tutt'ora a Roma nella Biblioteca Vaticana. Molti sostengono che Marchetto si recasse anche in Sicilia, ma dal suddetto manoscritto risulta che il lavoro venne eseguito a Cesena nel palazzo della nobile famiglia de Cintri che lo ospitava. Molti scrittori antichi e moderni affermano che le opere di Marchetto padovano devonsi considerare come monumenti storici del più alto interesse. |
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